Balme Trek Tour
Escursionismo
Escursionismo
1° Giorno: Balme – Rifugio Città di Ciriè:
Dislivello in salita: 870 m
Tempo totale: 5:30 ore
2° Giorno: Rifugio Città di Ciriè – Balme
Percorso “E”: Dislivello in salita: 380 m
Tempo totale: 4:30 ore
Percorso “EE”: Dislivello in salita: 720 m
Tempo totale: 5:30 ore
1° Giorno
Dalla piazza di Balme risalire la strada per un centinaio di metri fino a quando,sulla sinistra, si trovano dei cartelli indicatori e un piccolo sentiero che si addentra tra le case. Dopo pochi passi ci si ritrova sopra il ponte della Gorgia, spettacolare cascata formata dal torrente Stura. Raggiunta una più ampia mulattiera, la si segue per brevissimo tratto verso sinistra fino ad incontrare,sulla destra, un sentiero che si addentra in un bel bosco di conifere. Ad un bivio ignorare la deviazione per il Pian Sarasin e proseguire fino a raggiungere l’Alpe Arbosetta (mt.1539) da dove si può godere di un bel colpo d’occhio sull’abitato di Balme. Andare a destra imboccando una mulattiera delimitata da muretti in pietra che percorre il fondo di un valloncello. Superata una presa d’acqua si entra in vista degli alpeggi della Comba (mt.1741) che si raggiungono attraversando una serie di ampi pascoli. Subito dietro le baite imboccare il sentiero sulla sinistra che si insinua in un boschetto di ontani e, dopo numerose svolte, sbuca sull’ampia conca del Pian Gioè (mt.1955). Mantenersi sulla destra del pianoro per poi risalire le ampie praterie che portano al colletto sulla destra della Gran Roccia e da qui proseguire lungo la traccia che, in leggera discesa, raggiunge l’Alpe Fontana (mt. 2091). Senza perdere quota attraversare un selvaggio vallone in direzione del Colle del Tovo (mt.2214).
Una volta raggiunto il valico scendere alla volta del bellissimo Pian Saulera che , a seconda delle stagioni, presenta una varietà di fiori e di colori (in autunno è un vero spettacolo della natura!) che lo rendono famoso per il fascino che sa trasmettere all’osservatore attento.
Mantenersi leggermente a sinistra per toccare l’alpeggio omonimo (mt.2095) e, oltrepassatolo, imboccare il sentiero che sale alla volta del Colle Sud del Tovetto (mt.
2167). Con una breve discesa ci si porta sul Pian Turale per attraversarlo completamente in direzione ovest fino ad una specie di colletto proprio di fronte all’imponente canalone d’Arnas. Raggiungerne quasi l’imbocco per svoltare decisamente a destra (nord) e divallare verso il Pian della Mussa toccando dapprima l’Alpe Venoni e poi, piegando verso sinistra, dirigersi verso la Rocca Venoni, attraversare il ponte sulla Stura e risalire alla volta del Rifugio Città di Ciriè (mt.1850).
2° Giorno
Salire subito a monte del rifugio lungo il sentiero che sormonta il muro in pietra che delimita il piazzaletto antistante. Dopo alcuni minuti piegare progressivamente verso destra ed entrare in un valloncello. Il sentiero, con brevi tratti piuttosto ripidi, sale lungo il versante sinistro orografico e quando la pendenza inizia a diminuire si sbuca al Pian Ciamarella. Il sentiero costeggia brevemente il corso d’acqua con marcia pianeggiante e, dopo aver superato alcuni dossi erbosi, si entra in vista dell’Alpe del Pian Ciamarella(mt.2114) che rapidamente si raggiunge. Piegare ora decisamente verso destra in direzione Est, puntando verso quello che può sembrare un ampio colle. Da qui seguire la traccia (sempre verso Est) che, con salita diagonale, conduce all’Alpe della Rossa (mt. 2229).
Itinerario “E”:
Dall’Alpe della Rossa svoltare verso destra in direzione Sud e, dopo un breve tratto quasi pianeggiante, cominciare la discesa che, dapprima con una specie di traversata verso destra e poi direttamente ancora in direzione Sud conduce agli alpeggi dell’Alpe Rulè (mt.2000). Continuare la discesa zigzagando nel boschetto di larici per poi sbucare nei pascoli alle spalle delle Grange della Mussa(mt.1761) . Raggiunta la carrozzabile nei pressi del Ristorante Bricco percorrerla in discesa (Est) per circa 1 km fino ad attraversare un ponticello proprio all’imbocco del Piano; dopo pochi metri, appena prima del secondo ponte risalire a destra una breve erta che porta nei pressi di un caratteristico pilone votivo e, da qui, seguire fedelmente la mulattiera che dopo aver affiancato l’abitato di Bogone conduce in breve a Balme.
Itinerario “EE”:
Dall’Alpe della Rossa seguire la traccia che piega in direzione Nord-Est e, dopo aver attraversato alcuni pascoli, il sentiero entra in una zona rocciosa per attraversare un valloncello e salirne il versante opposto. Da qui, attraversando ampie distese detritiche, si perviene al Lago del Ru (mt.2570). Spostarsi ora verso ovest per un breve tratto fino a raggiungere la sella (mt.2606) dalla quale si può godere lo spettacolo sul Lago Mercurin ( mt.2491). Svoltare ora decisamente a destra in direzione Sud per entrare nella conca che adduce all’ampio canalone lungo il quale si snoda il lungo e ripido percorso della discesa. Superare alcune zone erbose e qualche banco roccioso ponendo attenzione, nei tratti più ripidi, alle pietre instabili e ad alcuni risalti che possono presentarsi umidi e scivolosi. Giunti alla quota 2003 attraversare il Rio del Ru per riguadagnare il sentiero sulla destra, poco oltre un evidente spuntone dalla forma particolare (detto anche testa di cane) ben individuabile già fin dalla parte alta del canalone. Questa è anche la zona dove si può ravvisare una notevole quantità di interessanti incisioni rupestri. La discesa continua in un bacino brullo e scosceso fino all’altezza del grande ripetitore, si riattraversa il rio e si fiancheggiano le rocce della palestra del Ginevrè . Il sentiero , sempre ripido, si inoltra in un bel bosco di faggi al termine del quale si giunge a Balme nei pressi dell’Antico Albergo Camussot.
Nota: Porre la massima attenzione durante la discesa dal Lago del Ru verso Balme che può presentarsi molto insidiosa in caso di nebbia. In questo caso è decisamente consigliato ritornare sui propri passi fino all’Alpe della Rossa per poi scendere al Pian della Mussa ed a Balme.
Qualora si venisse comunque sorpresi da un scarsa visibilità muoversi sempre alla ricerca del successivo segno rosso indicatore senza avventurarsi in zone che, anche se dapprima possono sembrare agevoli, quasi sempre sfociano su alti strapiombi non superabili se non con attrezzature alpinistiche.